ROMA. LA REGINA DELLE ACQUE di Alessandra Di Bartolomeo - Tempo di lettura stimato 2 min. “Chi vorrà considerare con attenzione la quantità delle acque di uso pubblico per le terme, le piscine, le fontane, le case, i giardini suburbani, le ville; la distanza da cui l'acqua viene, i condotti che sono stati costruiti, i monti che sono stati perforati, le valli che sono state superate, dovrà riconoscere che nulla in tutto il mondo è mai esistito di più meraviglioso” Plinio il Vecchio, Naturalis Historia (libri XXXI e XXXII) “Mi sembra che la grandezza dell'Impero romano si riveli mirabilmente in tre cose: gli acquedotti, le strade, le fognature”. Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane Si può affermare di conoscere una città solo quando si sono percorsi i suoi vicoli, le sue piazze e nel caso di Roma quando si sono scoperte tutte le sue fontane monumentali, i suoi acquedotti, le sue fontanelle. Percy Bysshe Shelley, il famoso poeta britannico, diceva che “bastano le fontane a giustificare un viaggio a Roma”, forse proprio da queste nascerà il suo amore per la Città Eterna, così profondo da farsi seppellire nel cimitero acattolico vicino la Piramide Cestia. L’acqua è sempre stata un elemento fondamentale della romanitas fin dall’antichità, in fondo anche la sua leggenda di fondazione nasce sulle sponde del Tevere. A Roma ci sono 16 grandi acquedotti, 11 antichi e 5 moderni, 1000 fontane e più di 2500 fontanelle, meglio conosciute come nasoni, da cui l’acqua da sempre sgorga gelida e piacevole anche nelle giornate estive più roventi. È sulle colline ad est di Roma che molti degli acquedotti avevano origine, per convergere poi sull’Esquilino e rifornire tutta la città. Bisogna tornare indietro nel tempo al periodo della Repubblica, nel 312 a.C. per scoprire la nascita del primo acquedotto romano detto Appio
ROMA. LA REGINA DELLE ACQUE di Alessandra Di Bartolomeo – Tempo di lettura stimato 2 min. “Chi vorrà considerare con attenzione la quantità delle acque di uso pubblico per le terme, le piscine, le